La coscienza del cuore

DOMANDA di Laura:

Anche il cuore ha una coscienza?

RISPOSTA:

E’ opinione comune ritenere che il cervello sia l’unica e sola sede della coscienza e consapevolezza di sé. Recenti ricerche scientifiche consentono di rivisitare tale convinzione, suggerendo che in realtà la coscienza viene plasmata dal cervello e dal corpo che agiscono insieme e il cuore ha un ruolo significativo in questo, e direi di vitale importanza.

Il cuore non è soltanto una pompa che ha la funzione di permettere l’ossigenazione del sangue e perfondere tutti gli organi, ma è riconosciuto dagli scienziati come un sistema piuttosto complesso con il proprio funzionale “cervello”. Il “sistema nervoso del cuore”, per quanto possa sembrare strano, è un centro sofisticato per elaborare informazioni: ci aiuta a ricordare, imparare, prendere decisioni in maniera “indipendente” dal cervello e tutti i segnali che il cuore invia ai centri cerebrali superiori evocano emozioni, capacità percettive e cognitive. Si stabilisce una comunicazione continua bidirezionale tra i due organi, anche attraverso interazioni con campi elettromagnetici, oltre che mediante una rete neurale (insieme di neuroni). A tal proposito studi di neurocardiologia confermano che il cuore genera il campo elettromagnetico ritmico più potente e più esteso del corpo e ne permea ogni cellula influenzandone l’attività.

Bisogna dire che il cuore funziona grazie al cervello, i cui ritmi si sincronizzano con quelli del cuore e che durante i sentimenti duraturi di amore, amicizia, la pressione sanguigna e il ritmo respiratorio si sincronizzano col cuore. Le nuove evidenze scientifiche dimostrano che il campo del cuore agisce come un’onda portante per informazioni, fornendo un segnale globale a tutto il corpo. Queste informazioni vengono codificate dal cervello e agiscono in modo da dare forma all’attività di tutte le funzioni corporee con lo scopo di coordinare i processi del corpo nel suo complesso. Basti pensare allo stato emotivo di una persona che viene distribuito in tutto il corpo attraverso il campo elettromagnetico del cuore: una brutta sensazione altera il ritmo cardiaco che diventa irregolare, cosa che non accade quando viviamo emozioni positive.

Con la tecnica di analisi spettrale (analisi biomediche di segnali periodici come quello cardiaco) è stata dimostrata quella che gli scienziati chiamano coerenza psicofisiologica, ossia prolungati stati di emozioni positive sembrano dar luogo a una maggiore efficienza e armonia del corpo che riflette una maggiore chiarezza mentale, capacità intuitive e prestazioni cognitive. Dunque, la coscienza che “risiede” nel cuore è importante per il rafforzamento della consapevolezza sensoriale del corpo riguardo alle informazioni necessarie al suo funzionamento fisiologico, ma anche per una maggiore stabilità emotiva e mentale.

Generalmente si pensa che l’interazione con gli altri sia soltanto una questione di segnali, gesti, linguaggio o espressioni facciali; in realtà è stato scoperto che il campo magnetico del nostro cuore interagisce con altre persone ed è in grado di trasmettere loro informazioni: siamo in grado di scambiare energia a 5 m di distanza. Le onde cerebrali di una persona, infatti, possono sincronizzare il cuore di un’altra. Inoltre, quando un individuo sta generando un ritmo cardiaco coerente (regolare), la sincronizzazione tra le onde cerebrali di quella persona e il battito cardiaco di un’altra persona è più probabile che si verifichi. Ciò suggerisce che le interazioni sociali siano il frutto di questa coerenza psicofisiologica, che ci rende tutti più consapevoli di noi stessi e di ciò che ci circonda. Il cervello fa da “antenna” ed è sintonizzata per rispondere ai campi magnetici dei cuori di altri individui. Si tratta di una capacità innata che alimenta una vera e propria empatia verso gli altri, non solo verso persone ma anche verso animali.

Il cuore ha, quindi, una coscienza che si relaziona con il nostro mondo sociale. Un aspetto davvero affascinante delle capacità del cuore è quello di essere coinvolto nella percezione intuitiva: esso e il cervello ricevono e rispondono alle informazioni su un evento futuro ancor prima che questo si verifichi. Vi è un sottile collegamento energetico mediante campi magnetici che contengono già informazioni su oggetti e eventi remoti nello spazio e avanti nel tempo. Tutta questa energia potenziale costituisce il Tutto, inteso come l’insieme del mondo reale (che possiamo vedere) e del mondo percettivo (che non vediamo ma sentiamo) che ogni giorno viviamo interagendo con gli altri. Si può parlare, così, di creatività, auto-consapevolezza, intuizione spirituale e soprattutto comprensione di noi stessi, mantenendo coerente il collegamento energetico cuore-cervello con l’energia del mondo e quindi dell’universo. Siamo un tutt’uno, un gigante e infinito “cuore pulsante”, d’altronde la fisica insegna che “nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma” ed è qui che il significato etimologico di coscienza* si esplica.

*Il termine coscienza deriva dal latino Cum-scire (“sapere insieme”) ed indicava originariamente un determinato stato interiore di un individuo che può in qualche modo descrivere e comunicare ad altri. (Wikipedia)

FONTI:
http://www.in5d.com/heart-has-brain-and-consciousness.html
http://raggioindaco.wordpress.com/2012/08/21/il-cuore-ha-un-suo-cervello-e-coscienza/

PER SAPERNE DI PIÙ:
http://www.mednat.org/cervello/cervello_cuore.htm

 

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