Cristo Pantocratore

Vorrei delle notizie approfondite riguardanti l’immagine di Cristo Pantocratore.

RISPOSTA:

Cristo Pantocratore: Tavola dipinta – Monastero di S. Caterina sul Monte Sinai - IV secolo
Tavola dipinta – Monastero di S. Caterina sul Monte Sinai – IV secolo

Il Cristo Pantocratore è uno dei soggetti iconografici che, a partire dal IV secolo, rappresentano l’immagine isolata di Cristo: questo tipo di immagine è diffusa nell’arte medievale occidentale e la troviamo su tavole dipinte, affreschi e mosaici absidali, bassorilievi e altorilievi che ornano portali d’ingresso e interni delle chiese; per quanto riguarda l’arte bizantina orientale la fortuna di questo tema iconografico non è limitata al periodo medioevale arrivando ad essere proposta anche nel mondo contemporaneo. 

I soggetti cristologici medievali sono ripresi da un repertorio di temi iconografici circoscritto nel quale troviamo il Cristo Benedicente, il Cristo Giudice, il Cristo Legislatore, il Cristo Cosmocratore e il Cristo Pantocratore, mentre quello che ci è più noto, il Cristo Crocefisso, comincia a diffondersi ampiamente a partire dal XII secolo. 

Il Cristo Pantocratore è ritratto a figura intera o solo di busto, i suoi capelli sono bipartiti sulla testa e ha una folta barba; seduto in trono o astante, può essere rinchiuso in una mandorla oppure semplicemente avere un’aureola crociata. Con l’aspetto severo e gli occhi fissi sull’osservatore, Egli regge con la sinistra un libro e con la destra esegue il gesto della mano parlante, gesto trasformatosi in atto di benedizione nel basso medioevo. Quando il libro è aperto,  vi troviamo delle iscrizioni che sono la voce stessa di Cristo, come “Ego sum lux mundi” (da Giovanni 8,12). 

Cristo Pantocratore: Mosaico absidale – Basilica di San Paolo fuori le mura – Roma Ricostruzione di XIX secolo
Mosaico absidale – Basilica di San Paolo fuori le mura – Roma (particolare)
Ricostruzione di XIX secolo

Nella veste di Pantocratore (dal greco pantocrator, governante di tutte le cose), Cristo è il principio ordinatore del reale, la sintesi degli elementi cosmici e delle coordinate spaziali, l’unità originaria di tutte le creature viventi; per i cristiani Egli ha potuto salvare il mondo perché esercita una sovranità universale fin dalla creazione del mondo, infatti la sua effigie è sviluppata con barba abbondante, capelli lunghi, volto paffuto, immagine che conviene sia al Padre che al Figlio; il suo trionfo sulla morte rende manifesto il suo dominio universale.

Cristo PantocratoreQuesta iconografia ha origine in alcuni sarcofagi del IV secolo e si ispira all’iconografia imperiale. Già nel VI secolo si osservano delle icone nobilmente semplificate del Cristo Pantocratore: ne sono esempi l’icona del Monte Sinai e l’immagine presente nell’arco absidale della basilica di San Paolo fuori le mura. Come accennato, il Cristo Pantocratore ha una fortuna particolare nell’arte bizantina, qui infatti, nell’alto medioevo, diventò il simbolo della lotta iconoclasta, testimoniando la storicità dell’incarnazione contro le eresie dei primi secoli che negavano ora la natura divina di Cristo ora quella umana; queste lotte ideologiche si conclusero con l’affermazione del dogma per cui in Cristo è l’unione ipostatica delle due nature, umana e divina. Nella versione greca, questa dualità è evocata dal gesto della mano parlante dove, con pollice ed anulare chiusi nel palmo, indice e medio servono a suggerire la doppia natura di Cristo, mentre le tre dita sollevate simboleggiano la Trinità.

In occidente molte delle caratteristiche iconografiche del Pantocratore sono assunte nei tratti del Cristo in Maestà, cioè nel soggetto noto come Maiestas Domini: quest’ultimo, in continuità con il Pantocratore occidentale, sopravvive almeno fino al XV secolo, cedendo poi il passo a raffigurazioni meno ieratiche che potevano offrire maggiori libertà espressive all’artista moderno.

 BIBLIOGRAFIA

  • «Pantocratore» in Iconografia e arte cristiana, vol. II, a cura di Roberto Cassanelli e Elio Guerriero, (I dizionari San Paolo), Milano 2004, pp. 842-843.
  • Alfredo Tradigo, Icone e santi d’Oriente, (I dizionari dell’Arte) Milano 2004, pp. 246-247.
  • Maurizio Chelli, Manuale dei simboli nell’arte, Roma 2004, p. 133.
  • Gerard Henry Baudry, Simboli cristiani delle origini, Milano 2009, pp. 47-48.
  • Leslie Ross, Medieval Art, A topical dictionary, London 1996, pp. 191-192.
  • Matilde Battistini, Simboli e allegorie, (I dizionari dell’Arte) Milano 2002, pp. 108.
  • Andrè Grabar, Iconografia Cristiana, London 1968, pp. 43-44.

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